.
.
.
.
.
.
.
.
.
Nel nuovo ecosistema beauty-tech, i brand riscrivono le regole per soddisfare una generazione di utenti alla ricerca di innovazione.
L’ultima edizione di Cosmoprof, l’evento di riferimento per l’industria mondiale della bellezza, ci ha restituito un settore in grande salute con oltre 255.000 addetti ai lavori provenienti da 150 paesi e 3.128 aziende provenienti da 65 paesi in rappresentanza di più di10.000 brand.
L’innovazione tecnologica sta ridefinendo il panorama della cosmetica, che spesso si esprime attraverso i nuovi prodotti, concept e servizi messi in campo da startup emergenti che stanno plasmando il futuro del settore.
In un contesto in cui la bellezza e l’innovazione è raccontato ancora in modo frammentato introdurre una visione sistemica può aiutare a intercettare i modelli in cui sostenibilità, tecnologia e nuove narrazioni si incontrano, e in cui startup, centri di ricerca e grandi corporate collaborano per trasformare il modo in cui immaginiamo, produciamo e distribuiamo prodotti di bellezza.
Future-Proofing Beauty: The Innovation Playbook
Proprio in questo contesto è stata condotta da Zest e ScS Consulting una ricerca, compiendo un’analisi strutturata su oltre 200 startup verticali nella cosmetica, incubate o accelerate da programmi corporate e istituzionali in tutto il mondo. Sono stati mappati inoltre più di 30 incubatori e acceleratori specializzati nel beauty tra Stati Uniti, Francia, Giappone, Corea del Sud e India, tracciando così un panorama dell’innovazione in grado di restituire una fotografia dettagliata dei modelli di investimento e delle strategie di crescita messe in atto dai grandi gruppi del settore.
La bellezza non è più solo questione di estetica: è scienza, è esperienza, è interazione, è tecnologia.
A emergere con forza è stato il ruolo strategico degli incubatori e acceleratori verticali istituiti direttamente dalle grandi Corporate, che negli ultimi anni si sono affermati come i principali hub di sviluppo per le startup cosmetiche. Infatti, il dato emergente è che il maggior numero di nuove realtà imprenditoriali nel settore nasce all’interno di questi programmi, che non solo forniscono capitale e mentoring, ma che spesso agiscono da veri e propri gateway verso il mercato. L’intera analisi è servita a rafforzare l’ipotesi chiave: l’innovazione cosmetica oggi è sistemica, trasversale e multidisciplinare.
I grandi gruppi non si limitano a innovare internamente, ma creano veri e propri ecosistemi di startup, attraverso programmi di incubazione, accelerazione e investimento strategico. Da BOLD (L’Oréal) a Unilever Ventures, da Estée Lauder a LVMH, l’Open Innovation è diventata una leva fondamentale per restare rilevanti in un mercato iper-competitivo, dove i cambiamenti sono sempre più rapidi e imprevedibili.
Quello che possiamo ricavare da queste esperienze è l’importanza delle relazioni tra Corporate e Startup, spesso complesse, ma potenzialmente trasformative, dimostrando quanto sia complesso, ma vitale, il dialogo con le grandi aziende, in particolare quando si tratta di validare le tecnologie in ambito industriale.
Uno dei temi centrali emersi è quello della cosmetica digitale, che sta rapidamente rivoluzionando l’intero ciclo di vita del prodotto: dalla R&D alla customer experience. L’integrazione tra bellezza e tecnologia – attraverso intelligenza artificiale, realtà aumentata e big data – sta modificando il modo in cui i clienti scoprono, scelgono e personalizzano i prodotti.
Secondo un rapporto di Grand View Research, il mercato globale della tecnologia applicata alla bellezza è stato valutato a 66,17 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che crescerà con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 17,9% dal 2025 al 2030. Questa crescita è alimentata dalla diffusione dell’e-commerce, dall’ascesa di clienti digitalmente nativi e dall’innovazione tecnologica, che oggi coinvolge anche la biotecnologia applicata alla bellezza
Tra i principali trend emergenti troviamo l’uso della realtà aumentata per provare i prodotti in modo virtuale, l’impiego dell’intelligenza artificiale per creare raccomandazioni personalizzate e l’analisi predittiva dei dati per interpretare il comportamento della clientela.
I brand nati digitalmente stanno rivoluzionando il mercato, affermandosi attraverso strategie dirette al cliente e community online, mentre le nuove generazioni attribuiscono sempre più valore alla trasparenza, alla sostenibilità e all’etica dei marchi. Si aprono quindi importanti opportunità nei mercati emergenti, in particolare in Asia-Pacifico, dove le popolazioni altamente digitalizzate adottano rapidamente nuove soluzioni beauty tech.
L’iper-personalizzazione dei prodotti, resa possibile grazie all’AI e a tecnologie predittive, rappresenta una delle strade più promettenti per conquistare la fiducia dei clienti. Le collaborazioni tra aziende tech e brand cosmetici offrono inoltre un terreno fertile per sviluppare nuove esperienze di consumo e prodotti altamente innovativi. Tra i casi più avanzati citiamo VLGE, che consente ai brand di costruire veri e propri mondi virtuali in 3D per esperienze di try-on interattive, e ModiFace, pioniere delle tecnologie AR per la cosmetica, oggi utilizzato da colossi come L’Oréal per consentire la prova virtuale di prodotti attraverso il riconoscimento facciale. In questa direzione si muovono anche realtà come FancyTech, specializzata nella generazione automatica di contenuti visuali, o Virtue, che integra AI e AR per offrire soluzioni digitali ad altissima personalizzazione.
Ecosistemi collaborativi: il futuro della cosmetica
Le collaborazioni tra startup e Corporate non sono mai semplici, le principali criticità che possono portare al fallimento delle partnership si concentrano molte volte sui seguenti punti: mancanza di allineamento strategico, obiettivi poco chiari, differenze culturali, scarsa comunicazione e aspettative non realistiche.
Per questo motivo è fondamentale dotarsi di strumenti metodologici adeguati – come framework di Venture Clienting o programmi CVC solidi – capaci di ridurre i rischi e favorire l’integrazione di soluzioni innovative nei processi aziendali.
È sicuramente il momento per aprire una riflessione e una conversazione strutturata sul futuro della cosmetica, un futuro in cui sostenibilità, inclusività, digitalizzazione e personalizzazione non sono solo trend, ma asset strategici attorno ai quali ripensare l’intero modo in cui si progetta, si produce, si comunica e si distribuisce la bellezza. Cosmoprof 2025 ha confermato che l’innovazione nel settore beauty non può più essere letta in chiave lineare, la bellezza del futuro sarà il risultato di un’intelligenza collettiva fatta di startup, università, industrie e istituzioni che collaborano, in modo concreto, per dare forma a un nuovo modo di creare valore.